È nata AliMat!

Once upon a time… Nel settembre del 2018 si tenne il festival della bicicletta di Rimini. Il Mog vi partecipò per presenziare allo stand dell’azienda di abbigliamento che rappresentava (GSG Cyclingwear). Girando e curiosando per gli stand si imbattè in Michele, un suo vecchio amico, nonché telaista di fama internazionale. Già perché le FM-bike hanno oltrepassato l’oceano trovando distribuzione negli Stati Uniti con il suo cognome FAVALORO. Subito i due iniziarono un’intensa conversazione su mercato, strategie, scenari futuri per telai e biciclette. Poi, d’improvviso, Michele se ne uscì con un: “Ma perché non ti fai un nuovo telaio in acciaio, visto i percorsi che tracci!” Il Mog replicò: “Ho già il titanio!” – poi aggiunse – “Se mi fai un telaio da strada per disco con i passaggi ruota anche per un 650B X 38 che sia proporzionato ne parliamo. È un’idea che avevo già in mente da un po’; una bici e due coppie di ruote per andare ovunque”. Colpito e affondato! A Michele si illuminarono gli occhi: “Certo che posso farlo!” Passarono i mesi, fretta non ce n’era, i due si vedevano in officina e disquisivano. Quando, alla fine di novembre, il Mog entrò in officina con la sua Lynskey, una forcella Enve disc nuova acquistata da un altro amico Michele (il Bedo di Spaccabici) e un copertone 650B X 40. Il Mog esordì: “Prendi queste misure, io qui ci sto come in poltrona e poi mi allarghi il carro posteriore, ma non oltrepassare i 420mm di lunghezza che deve rimanere principalmente una bici da strada.” Come fosse facile! La risposta di Michele? Vi ricordate Frankenstein junior con Gene Wilder: “SI PUÒ FAAAAARE!” Passarono le festività natalizie e finalmente a febbraio si completò la serie di nove tubi.

Michele dovette, però, partire per gli Stati Uniti per esporre al NAHBS di Sacramento. Fretta non ce n’era. Si arrivò a Pasqua ed i tubi furono tagliati, messi in maschera, saldati e sabbiati. Il telaio c’era, ora bisognava verniciato.

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Ma quale tinta di viola volle cercare il Mog? Nel frattempo il sopracitato aveva sguinzagliato un altro artigiano D.O.P. per le sue due coppie di ruote. Era un altro amico e cliente il celeberrimo e stimatissimo (chiedere Yuri Ragnoli e tutto il Team Scott) Davide Coato di CYP wheels. Mozzi posteriori Powertap con misuratore di potenza, anteriori Bitex, cerchi carbon da 30mm tubeless per la strada e alluminio basso profilo tubeless per la ghiaia, raggi Sapim Cx. Ora era il momento di sollecitare anche lui per la consegna. A metà maggio il telaio ritornò nell’officina di Michele pronto e verniciato. Subito il Mog accorse per vederlo: bello, elegante e fine.

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Iniziò l’assemblaggio con un meraviglioso Campagnolo Record 12v, ma non idraulico. Nella sua follia, il Mog volle le impugnature tradizionali, più confortevoli a detta sua, mah! Fu così che vennero montate delle pinze Juin Tech semi idrauliche, su consiglio di Fabio (NovoBike), cioè con tiraggio a cavo e pompaggio a liquido.

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Sembrava tutto pronto, ma mancavano le ruote per le regolazioni dei cavi. Qualche giorno più tardi, dopo forti pressioni, arrivò il messaggio WhatsApp di Davide, perlomeno le ruote da corsa erano pronte. Il Mog si precipitò in quel di Besozzo (Va) per ultimare il suo mezzo. I due, aiutati dalle sapienti ed esperte mani del papà di Davide, sudarono le proverbiali sette camicie per avere ragione dei Gp5000TL che, incautamente, il Mog aveva scelto di usare. Tornato in quel di Brescia il Mog terminò le regolazioni e si apprestò a nastrare il manubrio, ma, imprevisto finale, il nastro non c’era più in garage. Eppure il Mog era sicuro di averlo! Che fare? Ormai l’ora era tarda, ma di amici sparsi per la Lombardia il Mog ne aveva tanti ed il più vicino era Fabio, (Cicli Gandolfi) in città, a meno di due chilometri. Detto fatto, nastro preso e montato! Ora, dopo nove mesi di gestazione, AliMat era nata!img_20190529_1902112079253080716139699.jpg

Sono le 5,53 di giovedì 30 maggio, quando per la prima volta aggancio la mia scarpa ghiaiosa al nuovo pedale Ritchey da strada, quello che mi consentirà di usare scarpe da MTB per camminare in tutta tranquillità nelle mie escursioni ciclofotografiche. L’emozione c’è non lo nascondo, tanti dubbi, anche. Questi freni ibridi funzioneranno o non avrò abbastanza corsa dalle mie leve Campagnolo? L’assetto sarà quello giusto? Se in discesa non ho fin da subito quel feeling di sicurezza che ebbi con la Lynskey? Il nuovo manubrio ergonomico Cinelli saprà soppiantare la mia curva More 3T che mi accompagna da più di dieci anni (ne ho prese tre senza mai voler cambiare modello)? Mentre penso e mi arrovello sono già sui tornati della panoramica. Obiettivo arrivare a Landscape, il km 6 della Maddalena da cui scatto spesso le foto. In salita AliMat va bene, il cambio preciso e perfino silenzioso per essere un Campagnolo, ma in fondo a me un po’ piaceva quel suo essere ruvido. Arrivo, mi fermo, foto didascalica e giù in discesa, frenerò?img_20190530_0625513322456011111248091.jpg Sì frena, è strano, morbida, progressiva, senza bloccare eppure intensa, ma sono le prime frenate, le pastiglie ancora nuove, forse bisogna rodarle un po’. Oltrepasso i 60km/h, che per me è quasi una follia, e freno deciso. Sono in piazzale Arnaldo, ora AliMat, dopo la Madda, deve conoscere il Castello, altro luogo che frequenterà tantissimo in allenamento e non. Mi alzo sui pedali e spingo, passo i 500watt, si attiva la registrazione automatica del mio Xplova X5evo.

Entro in Castello e salgo al ponte levatoio della fortezza, luogo dove ho deciso di fare lo shooting fotografico alla mia nuova bicicletta.

Rientro a casa, per l’ordinaria amministrazione pre-scuola. Sto già pensando all’indomani, AliMat deve conoscere anche via Monte della valle, ma, soprattutto, il Colle San Giuseppe, quella salita che mi ha fatto innamorare del ciclismo. Venerdì 5,54 del mattino, riparto in direzione di Costalunga dove è sito il temibile strappo di Monte della Valle, 700m con pendenze spesso sopra il 14%. Oggi sono più rilassato e me la godo di più, salgo, ridiscendo, mi dirigo verso il colle. Pronti via, un po’ sui pedali, un po’ seduto, per provare le varie posizioni sul manubrio. In salita è tutto a posto, passato l’esame a pieni voti. Giunto in vetta non posso che fare un altro shooting fotografico davanti alla cancellata chiusa del castello Malvezzi ed al bellissimo roccolo lì vicino.

Inizia la discesa, il primo rettilineo è lungo, con buona pendenza, ma soprattutto senza incroci o passi carrai, mi lancio, AliMat scende veloce e ferma, sembra piantata nel terreno. Io supero, per la prima volta da anni, i 70km/h (70,3😂).

Vicino al tornante inizio a frenare, non rischio, ma la frenata mi piace sicura e progressiva (io non sono un discesista, quindi questo commento vale meno di zero). Sono quasi in ritardo, per cui “dritto per dritto” attraverso Mompiano e torno a casa, felice e soddisfatto.

Grazie Alice e Matteo per avermi dato la scusa, con i vostri nomi e date di nascita, per creare un terzo telaio personalizzato! Grazie a Michele e Davide per la realizzazione, ma anche a tutti i miei amici/clienti che hanno partecipato, supportato o sopportato questo mio progetto. Restate connessi perché non è ancora finita, qualcosa di strano deve ancora uscire dalla pentola!

Photogallery:

Inversione termica, skyline e promesse mantenute

È giovedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata, anche oggi non siamo riusciti a far combaciare i nostri impegni, per cui ognuno esce in solitaria. Sono le otto di mattina ed io parto verso la mia meta invernale preferita, l’altopiano delle Cariadeghe a Serle. Il perché mi piaccia tanto scalarla d’inverno lo scoprirete nel prosieguo. Che avrebbe fatto decisamente freddo questa mattina lo si sapeva già dalle previsioni meteo di ieri. Infatti, appena uscito di casa, il joule gps segna 0°C, giusto il tempo di scendere lungo via Turati ed è a -2°C. Oggi è il test definitivo del nuovo completo invernale che abbiamo fatto realizzare come Cicloturistiforever; già ieri in pausa pranzo ero salito sul San Giuseppe, ma a mezzogiorno, con il sole e per tre quarti d’ora soltanto era facile non sentire il freddo. Oggi con una salita di dieci chilometri ed altrettanta discesa il test sarà completo.

La descrizione della giacca Mossa dichiarata da Parentini promette “Il sistema “Storm Shield ”: Traspirante, Protettivo, Elastico e Coibente è un Tessuto leggero, Antivento, Impermeabile ed Idrorepellente, che grazie alla membrana Windtex, protegge e scalda allo stesso tempo. I capi possono essere utilizzati con temperature che vanno dal sottozero a +18°C”.

Mentre procedo spedito verso Botticino, comune da cui inizia la salita, le temperature continuano a scendere fino ad arrivare a -5°C. Sì decisamente la nuova giacca sarà messa a dura prova. Finalmente inizio la salita e come d’incanto ad ogni tornante guadagno 1/2°C. Adoro l’inversione termica nelle gelide giornate invernali! Dopo i primi due chilometri di salita la temperatura è già risalita a 2°C, uno sbalzo termico di 7°C in poco meno di 200m di dislivello! Ecco perché questa è la mia salita invernale e perché noi abbiamo soprannominato l’altipiano delle Cariadeghe: lido delle Cariadeghe. Questa salita, rivolta completamente verso sud-est, d’inverno è costantemente esposta al sole; questo la rende sempre molto più calda della pianura sottostante che spesso, in questo periodo, è avvolta da una coltre di nebbia. Io continuo nella mia scalata, mentre salgo sudo parecchio e produco molto calore, il freddo che sentivo in partenza ormai è sparito. Adesso e per tutto il tempo che starò in quota starò bene, già lo so. I conti si faranno in discesa. La giornata è meravigliosa, il cielo terso ed arrivato in cima non posso che iniziare la mia serie di fotografie per immortalare i paesaggi e la nuova maglia.

Proseguo nel mio giro attorno all’abitato di Serle e mi porto al punto panoramico da cui si domina tutta la pianura padana ed il basso lago di Garda. Nuovamente mi fermo per ulteriori istantanee della giornata e per cambiare i guanti; in salita preferisco dei guanti da runner caldi, ma leggeri, per la discesa sono pronti i guantoni imbottiti Mavic.

Riparto, sento il sudore ghiacciato sulla schiena, penso che questi dieci minuti pinvterm2assati a fare fotografie li pagherò con gli interessi lungo la discesa. Inaspettatamente all’uscita di Serle trovo uno dei cervi, che talvolta fotografo, brucare l’erba a ridosso della staccionata. È la prima volta che è così vicino, solitamente i cervi scappano non appena sentono qualche rumore. Oggi no ed io ne approfitto mi fermo e chiacchiero con lui.invterm1Ora sì che mi sono raffreddato davvero, con questa sosta nell’ultima mezz’ora ho passato più tempo fermo che pedalando. Inizio il rientro, fortunatamente prima della discesa c’è ancora un po’ di falsopiano per poter far ripartire il metabolismo. Il sole ora irradia calore, la temperatura è salita a 6°C. Inizia la discesa e tutto procede bene, in breve sono a San Gallo (metà discesa) e l’unica parte del corpo infreddolita è il naso. Oltrepasso l’abitato ed una corta salita mi aiuta a riscaldarmi ancora, riprende la discesa, lascio andare i freni (non troppo!) arrivo oltre i 55km/h e non sento il freddo tranne che al naso, ormai è surgelato! Giungo a Botticino e le temperature ritornano sotto lo zero, maledetta inversione termica! Veloce mi dirigo verso Brescia in modo da riscaldarmi con il movimento. Guardo il gps, dislivello totale 870m, ma io voglio arrivare a 1.000m quindi decido di salire al Castello Cidneo da entrambi i versanti per conquistare il mio obiettivo. Fatto! Ora il gps segna 1.020m di dislivello posso tornare a casa. Scendo verso via San Faustino ed è qui che, grande sorpresa, trovo una maglia Cicloturisti che sta salendo, è quella di Marco A. Caccio un urlo “Vai che mi giro io!”. Lo raggiungo, Marco è appena partito da Gussago, gli chiedo di salire fino al ponte levatoio, nonostante l’ultima rampa, in modo da poterci fare  delle fotografie con la maglia. Così facciamo e troviamo una coppia gentile che ci scatta anche una istantanea assieme.

Mentre guardo l’orizzonte faccio notare a Marco che la leggera foschia  della pianura combinata con il cielo terso fa risaltare ancora di più lo skyline di Brescia. Proprio quel disegno che noi bresciani doc abbiamo voluto immortalare sulle nostre maglie e così viene naturale scattare una foto della maglia e del vero profilo  degli edifici di Brescia.

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Skyline sulla maglia, nel cuore e all’orizzonte!

Manca poco alle undici ed io devo scappare, avevo promesso quella come ora del rientro. Inversione termica, funzionalità nuova giacca Cicloturistiforever: Promesse Mantenute!

Dettagli su Strava: Cicloturisti!@Lido:inversione termica da paura 😮 SanGallo,Serle batte Botticino 3°a -5°

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