Monte Puria e le strade militari

Sabato 6 giugno 2020, tra un temporale e l’altro, colgo l’occasione per portare la mia LinaBatista alla scoperta di nuove ghiaie militari. Alle 6.09 si parte in direzione alto lago. La giornata è fresca (15°C) scendo a Salò e percorro il lungolago.

Fa strano vedere tutti questi cartelli giallo-blu che indicano i sensi unici di marcia a causa dell’emergenza Covid. Proseguo e attraverso Gardone R., Maderno e a Gargnano mi fermo per un paio di istantanee sul lungolago.

Imbocco la vecchia gardesana e proseguo fino all’incrocio per Tignale. Svolto a sinistra ed inizio a salire, il cielo è terso ad occidente mentre ad oriente, e soprattutto sopra il monte Baldo, è piuttosto offuscato con le solite nuvolette sulla cima. Mah, speriamo che la giornata tenga! – penso io. Il giro in programma è piuttosto lungo ed impegnativo. Procedo, giungo al balcone di Tignale chiamato “Panorama del Fil”, mi fermo per un video.

Sono le 8.00 quando riparto, attraverso le frazioni di Gardola e Olzano, bellissima con la sua ripida ed angusta strada acciotolata, e mi dirigo verso Cima Piemp.

La salita per il Piemp (vedi Cima Piemp, uno splendido balcone sull’alto Garda.) è sempre incantevole e impegnativa, quest’anno grazie alle copiose piogge degli ultimi giorni il bosco in cui si snodano i suoi sinuosi tornanti cementati è particolarmente lussureggiante.CimaPiempdaGardola

Poco più di 6km con numerosi tratti su cemento e la pendenza che si inasprisce sempre più man mano che ci si avvicina alla vetta. Di contro paesaggi stupendi impreziositi in questi giorni di inizio giugno dai gialli maggiociondoli in fiore.

La temperatura scende fino a 11°C, l’umidità del mattino esalta ulteriormente i profumi del sottobosco, io salgo con relativa tranquillità, dalla mia oggi ho la tripla con il piccolo 24 anteriore. In vetta al Piemp mi concedo una sosta fotografica e ne approfitto per mangiare, sono da poco passate le 9.00.

Riparto, inizia il divertimento, da qui in poi la strada sarà sterrata, o meglio ghiaiosa, per un bel po’. Ripercorro l’itinerario del giro Andata Gardesana, ritorno creste! fino al Passo d’Ere. Mi ricordo che lo scorso anno giunto all’inizio della salita per il Passo Segable dovetti scendere a piedi a causa del fondo sdrucciolevole e della mancanza di un rapporto adeguato della mia AliMat (34×34 e gomme 40mm slick).StrappoSegable

Oggi LinaBatista dotata di un più agile 24×29 e dei Continental TerraTrail da 40mm leggermente tassellati aggredisce con vigore la ghiaia, non slitta e con agilità (ho tirato a manetta!) supera questo chilometro. Sono soddisfatto, sento che con questo assetto, anche in salita posso andare quasi ovunque. Da Passo Segable in breve si scende a Ere, dove, al bivio, svolto secco a destra per entrare nella magnifica strada che conduce al Passo di Scarpapè, già percorsa l’anno scorso in Cima Rest da Passo Scarpapè.

Il passaggio della vecchia galleria militare è sempre incredibilmente affascinante.

Ora proseguo verso il passo, subito dopo, un ulteriore bivio separa la strada che scende a Cadria (la presi lo scorso anno) e quella che sale al Passo della Puria obiettivo di giornata.

Davanti a me si presenta un nuovo tratto, circa un chilometro, di salita impegnativa e con fondo molto mosso, ma anche stavolta LinaBatista fa il suo dovere.

Giungo al passo (1.380m), ma la cima del Monte Puria e soprattutto la sua anticima sono distanti meno di un chilometro, per cui devio dalla strada militare su un sentiero, oltrepasso la sbarra e mi dirigo verso il monte.

Arrivato ai piedi dell’anticima appoggio la bici ad un giovane pino e salgo a piedi verso il cocuzzolo, circa una trentina di metri sopra di me. Mentre salgo un capriolo si avvicina alla LinaBatista osservandola incuriosito, decido quindi di iniziare il video panoramico anche se mancano alcuni metri alla vetta.

Sono piuttosto emozionato, è la prima volta che mi spingo così oltre con la mia ghiaiosa, soprattutto non ero mai stato letteralmente su una vetta isolata! vedere la striscia di ghiaia della strada 30/40m in verticale sotto di me, il vuoto tra la mia anticima e le vette attorno, il Monte Tremalzo così vicino, mi regalano brividi ed adrenalina. Un misto di pace, vuoto, senso di inadeguatezza, stupore mi pervade. Il soffio del vento è l’unico rumore che si sente.

Decido di scendere, con grande cautela, arrivo alla bicicletta, la vedo lì, appoggiata al giovane pino, quasi stesse riposando per la fatica. La fotografo e decido che questa sarà l’immagine simbolo del mio primo giro culminato su una vetta.

puria26

Riparto, visti i temibili nuvoloni neri che ricoprivano le cime del Tremalzo, decido che la scelta più saggia sia quella di rientrare al passo d’Ere per la medesima rotta, per poi scendere verso Bocca Paolone, questa è senza dubbio la via più veloce e mi consentirà di evitare i temporali che sono previsti nel primo dopopranzo. Gongolo perché questo vuole anche dire che ripasserò nella splendida galleria militare a ritroso. Abbasso il reggisella telescopico di qualche centimetro. Sì, perché tra le novità di quest’anno LinaBatista si è dotata di un canotto sella regolabile per darmi più sicurezza e confidenza nelle discese sopra il 20% dove mi sentivo sempre catapultare in avanti. Così è tutta un’altra storia! Scendo il primo chilometro della Puria con molta più confidenza. No, non velocità! Semplicemente mi sento più sicuro. Arrivo alla galleria e devo fermarmi a scattare un paio di fotografie all’orrido.

Riparto, al passo d’Ere proseguo verso Bocca Paolone, un primo tratto di leggera discesa su strada ben battuta, poi dopo il passo della Colomba, un altro chilometro di ripida discesa su sconnesso conduce all’inizio dell’asfalto.

Asfalto che, per quel che mi riguarda, dura pochissimo in quanto poco prima di Bocca Paolone incontro il bivio per il Passo della Fobbia che conduce direttamente a Piovere di Tignale, senza fare tutto il giro dalla Costa di Gargnano come feci lo scorso anno. Anche questa è, per me, una strada nuova. Da subito si capisce che il paesaggio e il manto stradale sono decisamente cambiati. Sono sotto quota 1.000m la ghiaia delle strade militari scavate nella roccia lascia il posto alla terra battuta scavata nel fitto bosco, di tanto in tanto qualche piccola radura seganala la presenza di una malga. Io scendo piano, sia per prudenza, sia per non sollevare troppo fango da dietro.

Quando la pendenza si fa troppo impegnativa la strada viene cementata per agevolare la risalita dei mezzi, io ne sono felice perché l’aderenza migliora decisamente.

In circa cinque chilometri perdo quasi 600m di dislivello e mi ritrovo, oltrepassato Piovere, al bivio della provinciale Tignalga da cui ero risalito stamattina. Discesa impegnativa, soprattutto per le mani, ma la bellezza del fitto sottobosco, i continui guadi sui torrenti carichi di acqua dei temporali scorsi, mi fanno dimenticare quel poco di sofferenza articolare che mi hanno procurato. Al solito dalla provinciale mi stacco per non entrare sulla ss45 ed attraverso la “hidden road” mi ricongiungo alla vecchia gardesana.

Oltrepasso la frana, che quest’anno è decisamente peggiorata, e ne approfitto per fermarmi sul tornante a contemplare il lago mentre mangio un’ultima barretta.

Riparto, a Gargnano rientro in statale. Oggi, a differenza della settimana scorsa, in cui il ponte aveva portato numerosi turisti con le immancabili code sul lago, la strada è praticamente vuota. L’orario certo aiuta sono quasi le 12.30. Decido di rimanere sulla gardesana per accelerare i tempi di rientro, ma niente, all’inizio di Gardone Riviera, dopo circa 10km sono già ampiamente “stufo” e decido di concedermi almeno il passaggio per Gardone sopra, ripercorrendo le antiche strade di Gabriele d’Annunzio. Un paio di fotografie ad una bellissima piscina e ad una villa incredibile poco prima di Morgnaga giustificano ulteriormente la piccola deviazione.

 Rientro in statale all’altezza del centro di Barbarano, ma solo per un chilometro, allo svincolo tengo la destra ed entro nella mia amata città natale. Le Zette, la Valtenesi, al solito, mi riportano a casa, ma stavolta ho un piacevole imprevisto poco prima della rotonda di Polpenazze a due soli chilometri dall’arrivo: una Citroën 2CV Charleston (me lo ha spiegato il mio amico Carlo, per me era un Dyane) mi sorpassa.

Un’ultima ciliegina su una torta riuscita perfettamente, grazie anche agli “upgrade” della mia LinaBatista. (⇔101,2km  /  ⇑ 2.360m  /  τ: 5h59’30”)

Dettagli tecnici su Strava: Cicloturisti!Ghiaiosi@ Monte Puria (Cima Piemp, Passo Segable, Passo Puria, Passo della Colomba, Passo Fobbia)

MontePuria

Videogallery: Video integrale 8’45” (prendetevi il tempo e guardatelo merita davvero♥)

Photogallery:

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