Vado a Clusone e torno… (Colli S.Fermo, Forcella Bianzano, P.so Tre Termini)

Sono le 5.10 di sabato 14 maggio quando parto verso la Franciacorta, oggi per la prima volta proverò a girare i video anche dal telefono sperando che la risoluzione 4K renda meglio i paesaggi sebbene il meteo non sia dei migliori. In effetti dovrebbero esserci dei piovaschi verso le 7.00. Fino a Sarnico percorro strade secondarie della Franciacorta immerse nei vigneti che hanno comunque un discreto fascino nonostante il cielo plumbeo. Sosta fotografica sul ponte di confine con la provincia bergamasca e riparto costeggiando il lago fino a Tavernola.

Inizia a piovigginare, prima debolmente, poi più intensamente anche se è comunque una “pioggia che non bagna”. Chiamo così quel tipo di goccioline molto fini che non danno troppo fastidio e non riescono a creare torrenti lungo le gambe che inzuppano subito le scarpe. Giungo in paese svolto a sinistra, abbandono il lago ed inizio a salire verso Vigolo, Bratta e i colli di San Fermo. La prima parte di salita si snoda sinuosa in fronte al lago con pendenza abbastanza dolce (vedi Colli di San Fermo (da Vigolo, Bratta)). In paese mi fermo per riempire la borraccia e mangiare qualcosa, sono già le 7.30 e continua a piovere a tratti.

Riparto dirigo verso località Bratta dove la salita si fa più impegnativa, qui ci sono un paio di lunghi rettilinei abbondantemente sopra il 15% con i fastidiosissimi scoli per l’acqua piovana ad interrompere la fluidità di pedalata. Oggi la vista non è un granché, ma i prati ed i boschi sono veramente verdi, proprio come il nome dato a questo itinerario orobico: La strada verde.

Continua a piovere, anzi, giunto in quota nel tratto di collegamento con il colle di Caf (1.246m) la precipitazione si intensifica. Inizia la corta discesa verso i Colli di San Fermo dove mi fermo ad indossare lo spolverino a maniche lunghe ed a mangiare una barretta, verso nord il cielo è ormai azzurro segno che la perturbazione sta passando. La discesa è molto bagnata e richiede tanta prudenza vista la pendenza in doppia cifra.

Prima di arrivare nel borgo, ad un tornante a sinistra, tengo la destra e mi collego alla ciclabile della Val Cavallina. La percorro solo per un paio di chilometri, giusto il tempo di arrivare a Casazza ed infilarmi nei viottoli del paese per salire verso la forcella di Bianzano. Ho individuato tramite Komoot un itinerario alternativo alla classica salita da Gaverina e Trate che mi consentirà di pedalare fuori dal traffico. Così è! Pochissime auto, in compenso ad ogni curva mi ritrovo davanti strappi con pendenza sempre vicina al 20%. Strada meravigliosa, per un buon tratto anche boschiva, ma da prendere con dovuta cautela. Nonostante sia relativamente corta, meno di 4km in totale, gli strappi concentrati nei primi 2,5km la rendono difficile da digerire.

Subito dopo lo scollinamento della Forcella c’è una bellissima fontana presso la quale mi fermo per riempire le borracce e fare una sosta alimentare un po’ più corposa. In effetti sono quasi le 10.30 ed io sto pedalando da più di cinque ore. Riparto, a metà della discesa della valle Rossa svolto a destra e dirigo per Leffe e Casnigo. In questo modo resto a mezzacosta, all’inizio alla mia sinistra vedo stagliarsi dalla montagna il Santuario della Beata Vergine di Altino ricordo di un primo approccio alla bergamasca con l’amico Giorgio (link Lago d’Endine e le sue piccole valli), in seguito attraverso la vivace cittadina di Leffe e tramite una breve salita raggiungo Casnigo.

Picchiata su Colzate dove finalmente entro sulla ciclovia della val Seriana. Più volte per lavoro l’ho osservata mentre transitavo sulla provinciale a fianco e, sono sincero, mi ha sempre intrigato. Da qui fino a Ponte Nossa sono circa 6km immersi nel verde a fianco del fiume Serio. È quasi tutta asfaltata ed i tratti in ghiaia assolutamente pedalabile anche in bdc. La ciclovia si snoda lungo il percorso del vecchio tram che conduceva fino a Clusone. Nel borgo di Ponte Nossa attraverso il corso d’acqua per spostarmi sulla sponda sinistra ed iniziare la salita, ovviamente parlando di ascese rotabili la pendenza è dolcissima e lascia godere appieno del paesaggio boschivo in cui si addentra fino al raggiungimento dell’altopiano di Clusone.

La ciclabile termina all’interno del paese, lo attraverso lungo la principale e dirigo verso Rovetta e Cerete. L’idea è di girare tutt’intorno alla piana. Il centro storico dell’abitato di Rovetta si rivela molto bello e caratteristico, percorro un vecchio sottopasso su ciottoli, esco dal paese e mi sposto sull’altro versante della valle per proseguire verso Songavazzo e Cerete.

Oltrepassato Cerete inizio la discesa per tornare sul lago d’Iseo, la giornata ora è splendida ed il vento di termica risale dal lago con impeto furioso soffiandomi, ovviamente, contro. È da poco passato mezzogiorno e mi fermo per mangiare qualcosa in uno spiazzo a bordo strada con una vista spettacolare su un campo fiorito. Papaveri in primo piano, come non fotografarli! Il pensiero va a Claude Monet ed ai suoi celebri oli su tela.

Rimonto in sella ed in breve tempo attraverso Sovere e piombo sul lago nel centro di Lovere, giornata di mercato in paese il sabato ed il lungolago brulica di passanti con le sportine in mano. Lascio il lago bergamasco, attraverso il ponte sull’Oglio a Costa Volpino e rientro nel bresciano. Strade note, paesaggi sempre suggestivi sulla ciclabile Vello-Toline. Immancabilmente forte vento contrario che a tratti mi costringe a procedere a meno di 20 km/h, anche perché non ho nessuna intenzione di sprecare watt a combatterlo avendo già 140km nelle gambe. Arrivo a Marone e rientro sulla strada aperta, mi fermo per riempire entrambe le borracce, ora inizia a fare caldo e ci sono 30°C, io mi sento perfettamente a mio agio. A dispetto di quello che si pensa vedendomi uscire prima dell’alba anche in pieno inverno con temperature abbondantemente sottozero io adoro il caldo, pedalo meglio con il caldo, anzi, sopra i 30°C rendo molto di più. Mangio nuovamente e riparto, mi sento bene, stanco, ma non “cotto” per cui scelgo di evitare di ripercorrere la Franciacorta per il rientro e ad Iseo opto per salire verso il Passo dei Tre Termini, detto comunemente il Polaveno. Il sole scalda, finalmente quella piacevole sensazione di calura estiva che tanto stavo aspettando, calura che mi porta alla mente i meravigliosi e lunghi giri della bella stagione, fatti senza doversi continuamente vestire e svestire. A metà della salita un ultimo sguardo sul lago e sulle torbiere ora ben illuminate dal sole a differenza del grigiore in cui stavano questa mattina.

Alle 14.30 svetto sul passo, una rapida sosta per l’ultima barretta e per bere un bel sorso d’acqua e via in discesa verso la val Trompia. Solite strade alternative che conducono in città attraverso le frazioni meno trafficate di Noboli, Cailina e San Vigilio. Arrivo, sono 191km e 2.650m, buona parte in territorio bergamasco alla scoperta di nuove intriganti rotte e la conferma che, ovunque siano, le ciclabili sui tracciati delle vecchie tramvie sono meravigliose.

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B3L Party Event – Gravel Ride

Sabato 7 maggio 2022, il negozio B3L di Brescia organizza un party con una triplice pedalata (Enduro/DH, strada, gravel) per festeggiare l’inaugurazione del punto vendita. Ovviamente partecipo all’evento ghiaioso, anche perché la traccia di Niccolò è sempre una garanzia. Pur essendo, per me, una giornata di divertimento, in qualche modo è anche lavorativa, incontro molti miei colleghi oltre che tutti i ragazzi del negozio (miei clienti). La partenza è ad ora tarda! Alle 10.00 del mattino, roba che normalmente ho già 2.000m di dislivello nelle gambe. Ci troviamo io, Gigi, Paolo, Francesco ed il mitico Alex fresco reduce dall’Italy Divide. Ricorsi storici, anche lo scorso anno ad Ascesa5000 pedalai con Alex che era appena rientrato dall’Italy. Ci sono veramente tante altre persone che conosco alla partenza. Passate le dieci da qualche minuto decidiamo di partire, anticipando il vero gruppo. La traccia prevede di spostarci sulla ciclabile del fiume Mella per poi attraversare la città e salire in Castello per dirigerci verso le cave di Botticino.

A Botticino inizia il vero percorso che ripercorre la parte finale della Marmol gravel 2022 , ma in senso opposto. Le strade sono ancora bagnate per le piogge dei giorni scorsi e per la pioviggine che scende a tratti. Inizia lo sterrato, molto sconnesso in alcuni punti, in una occasione io assieme a Dario e Mark optiamo per scavallare un roccioso a piedi, mentre Alex con la sua monster gommata 29″x2.20, ma soprattutto con l’esperienza di chi si è appena sciroppato la via degli Dei sale agilmente in sella.

Proseguiamo, prima del Crosal, sull’ultimo tratto ripido (15%-18%) reso un po’ scivoloso dall’acqua non mi fido e salgo a piedi. Foto di rito e profilo altimetrico.

Mi ricongiungo con i soci all’inizio della ripida discesa del Crosal verso Nuvolera. Qui va in scena un momento social di rilievo. Oltre a me Gigi e Alex, davanti a noi ci sono Stefano Baldoni e Federico Bassis entrambi finisher dell’Italy e con tempi di tutto rispetto, con loro anche un B3L, tale Agon, che dal fisico sembra andare altrettanto forte. Tutti dotati di 3T Exploro, la bici per il gravel che non esiste.

Si riparte, in discesa gli altri volano, io invece resto umile e titubante, inoltre mi fermo a fare qualche fotografia alla magnifica cava alla mia sinistra. In fondo alla discesa saluto Dario e Mark che optano per il corto e mi ricongiungo ad Alex che mi aveva aspettato. Di Paolo e Gigi nessuna traccia, penso siano già più avanti. Iniziamo la seconda salita di giornata il lungo drittone asfaltato che porta verso Serle. Sono 2,5km con pendenza media di 11,5%, ma con il primo chilometro e mezzo costantemente attorno al 15%. Fortunatamente essendo asfaltato non ci sono problemi di aderenza.

Giunti in cima svoltiamo a destra e tramite una sterrata da cava che prosegue in piano ci dirigiamo verso il centro abitato di Serle. A metà una piccola sosta barretta e fotografica.

Attraversiamo l’abitato di Serle e prendiamo la sterrata per Marguzzo, praticamente ora stiamo percorrendo al contrario la traccia della JEROBOAM 2021 (150KM MAGNUM), attraversiamo le cave di Serle e giunti a Marguzzo iniziamo la discesa per Paitone. Ormai siamo rimasti soli, io ed Alex, ma non è certo un problema dato che entrambi siamo piuttosto loquaci. Il mio compagno mi chiede informazioni sulla traccia, sapendo che io la conosco molto bene. Ora è il turno del monte Budellone, più conosciuto come luogo della “Cattedrale di Marmo”. Confido al mio socio che la salita su ciottolato di pietroni irregolari è tutt’altro che simpatica, ma fortunatamente breve. Giunti sotto la cattedrale immancabile la sosta selfie.

Arrivano nuovamente “quelli forti” (Federico, Stefano e Agon) evidentemente si erano fermati da qualche parte e li avevamo sorpassati senza accorgerci. Il Bassis ha la musica sul manubrio e nella cava cattedrale il suono si amplifica rendendo il tutto ancor più festaiolo. Noi ripartiamo, attraversiamo la ex statale in quel di Gavardo e ci apprestiamo a salire a Limone di Muscoline per una fugace visita alla Valtenesi in attesa, il 29 maggio di goderci il percorso della Gravaltenesi. Troviamo una fontanella e decidiamo di dare una leggera ripulita dalla pericolosissima polvere di marmo almeno alla parte della trasmissione delle nostre biciclette. Non posso non fotografare una magnifica scritta del secolo scorso indicante ” OSTERIA – vino buono”

Si riparte, entriamo nei campi e nei boschetti tra Limone e S.Quirico, giriamo attorno ai capanni di caccia, seguiamo parti della traccia della Soprazzocco Bike, Alex sempre con disinvoltura in salita ed in discesa, io saltuariamente con qualche problema dovuto alla mia incapacità di guida nell’umido. In buona sostanza, per arrivare alla ciclabile di Villanuova ci abbiamo messo più di mezz’ora, quando avremmo potuto prenderla già a Gavardo ed essere lì in cinque minuti, ma è stato tutto molto bello! Ora la parte più tecnica del giro è alle spalle, ci aspetta un lungo tratto di ciclabile della Valsabbia (detta WildSabbia) ricavato sul percorso del vecchio tram; infatti immortalo entrambi i ponti di ferro ai Tormini (vista su Salò) e a Roè (sul fiume Chiese)

Alex sente il bisogno di una sosta per un caffè e per prendere qualcosa da mangiare, così al termine della ciclabile nel comune di Sabbio ci fermiamo fugacemente al bar ad acquistare delle caramelle con le quali andrà ancor più forte.

Si riparte, le strade sono bagnate, la pioggia minacciosa che vedevamo da lontano è, fortunatamente, già passata di qui. Iniziamo a salire, dolcemente, lungo la “strada del bosco” che conduce a Cagnatico di Odolo. Lì ci attende la temibile cementata di Monte Ere, da me già affrontata durante la Jeroboam di settembre. La descrivo dettagliatamente ad Alex, d’altra parte la si fa a velocità così ridotta che c’è il tempo per memorizzare tutte le curve. In totale sono quasi 3,5km con pendenza media di 9,5%, ma nei primi 2,5km si sta quasi sempre tra 15% e 18%.

Finalmente scolliniamo, una veloce sosta barretta e giù per la discesa che conduce a Vallio. Se la salita era ripida la discesa lo è ancor di più, questo versante fa segnare più volte il 20% agli altimetri del GPS, la vista strapiombante è sempre spettacolare anche nelle giornate uggiose e piovose come quella di oggi.

A Vallio approfittiamo della fontana per riempire le borracce, le mie entrambe vuote, e per mangiare qualcosa. Si riparte, ancora due salite mancano all’appello, la prima le Coste dal versante Vallio, quello più corto, ma anche quello più impegnativo con pendenza più volte in doppia cifra (3,5km media 7,4%).

Sono decisamente stanco, le giornate con così tanta umidità mi complicano sempre la pedalata, sudo abbondantemente e non riesco mai ad asciugarmi, il sudore mi resta addosso appesantendomi e infastidendomi. Saliamo ognuno con il proprio passo e Alex mi stacca di un paio di minuti, in vetta mangio un’altra barretta, la strada è molto bagnata segno che ha smesso di piovere veramente da poco. Resta ancora un’erta da affrontare, una volta arrivati a Caino dovremo girare a destra e salire verso la teleferica che porta in Conche. Non la ho mai fatta, ma avevo già adocchiato una vecchia traccia di Niccolò che la percorreva anche se in senso opposto. Così facciamo e ci ritroviamo su una stretta strada di montagna immersa nel bosco e con un bell’asfalto. Dopo la teleferica la strada si divide, a destra parte una ripida cementata che conduce all’ultima cascina, a sinistra invece una sterrata che prima pare scendere salvo poi salire in modo repentino verso le cascine e la vecchia chiesa di S. Antonio in Seradello. Noi dobbiamo prendere la seconda, la forestale è fangosa e scivolosa. Alex riesce a percorrerla in sella, io vista la stanchezza e la poca lucidità preferisco fare l’ultimo pezzetto a piedi.

Anche Alex è costretto a scendere dalla bicicletta perché la strada che sale dalle nostre cascine non è collegata con quella della chiesetta se non da un sentiero con alcuni gradini di roccia. Inizio la discesa, anche questa ripida (oltre il 20% in più punti) ed ancor più bagnata della precedente visto l’acquazzone appena passato. Finalmente siamo in paese a Nave, non ci resta che attraversare la vecchia statale del Caffaro e proseguire per strade interne fino a Cortine di Nave ed infine arrivare al negozio. Alla rotonda di via Triumplina vedo la macchina di Marina che sta portando Matteo a vedermi arrivare al party. Entriamo nel piazzale del centro Futura dove è sito il negozio ed i gazebo degli espositori. Sono quasi le 18.00 e la festa è già iniziata da un po’ con musica alta e gente che balla. Incontro subito Gigi che ci domanda che fine avessimo fatto, aveva provato a fermarsi un paio di volte anche per un bel po’, ma noi non arrivavamo mai. Più avanti trovo anche Paolo che era arrivato già da tempo ed era andato a lavare la 3T Exploro che aveva usato come bici test. Nel frattempo arrivano anche Marina con Matteo, che si sente un po’ spaurito di fronte a tutto questo frastuono. Iniziano i vari contest e quando parte la gara di “Bunny hop” Matteo resta estasiato a guardare i salti dei ragazzi! Saluto un po’ tutti, mi intrattengo con tanti amici, il clima di festa è bellissimo, Niccolò è stato eletto speaker ufficiale da Davide e sta intrattenendo la folla. Sono ormai le 19.00 passate e il vecchietto deve riportare a casa il piccolino. Per la cronaca erano circa 100km e 2.100m di dislivello, ma come al solito questi sono solo numeri che non rendono giustizia della bellezza dei posti attraversati nonostante il meteo capriccioso.

Grazie B3L (Davide, Erika, Mattia, Andres)!

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