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È il 15 settembre, quando aggancio il pedale e parto. Oggi sono a Londra, le strade sono riservate ai ciclisti, lungo i percorsi si sente il vociare del pubblico e dei passanti. Percorro Lower Thames Street e mi ritrovo davanti alla Torre di Londra, imbocco il Tower Bridge, affascinante nella sua maestosità.
Sull’altra riva il percorso scende in metropolitana, sui binari assi in legno consentono il passaggio alle bici. Alla stazione successiva salgo ed esco dal tunnel.
Con stupore mi ritrovo su una verde collina inglese, Surrey hills, in sottofondo il suono degli uccellini. La salita è corta, solo tre chilometri, e piuttosto incostante; alterna tratti con pendenze di 8-10%, a tratti di 4-5%. Dopo i primi metri decido di salire a tutta, sarà un buon allenamento per la vo2max!

Scollino, ho il miglior tempo tra quelli che hanno scalato Fox Hill (in verità solo trenta) ed indosso la maglia a pois di leader degli scalatori. Inizio la discesa, raggiungo velocità per me folli.
Nuovamente entro in metropolitana, mi dirigo alla stazione successiva e risalgo le scale mobili, pendenza oltre il 15%. Come d’incanto mi ritrovo a Londra nei pressi di Westminster Bridge; quasi la metropolitana fosse una sorta di teletrasporto startrekkiano.
Dopo il ponte svolto a sinistra in Abingdon Street; in lontananza scorgo quattro ciminiere, sono quelle della Battersea Power Station, la vecchia centrale elettrica alimentata a carbone ora sede della Apple UK. Sopra di essa campeggia un grande gonfiabile, è un maiale rosa, chiaro tributo al brano ‘Pigs on the wing’ dei Pink Floyd (mio gruppo musicale preferito). Istantaneamente mi tuffo nel mio passato di adolescente quando ascoltavo la loro musica nelle mie cuffie Sennhizer tutto il pomeriggio.
Il brusio dei passanti mi riporta ad oggi, svolto a destra in Chelsea Bridge Road e continuo a gongolare per la mia maglia a pallini rossi resa ancor più bella dal sole che la illumina. Costeggio Harrods, Hide Park e Buckingham Palace ed entro nella celeberrima Trafalgar Square. Che emozione, qui decine di ciclisti si incrociano provenienti dai vari percorsi. Entro nuovamente in Lower Thames Street ed arrivo allo striscione del traguardo. Sgancio il pedale e scendo dalla mia specialissima. Spaesato mi guardò attorno, non sono a Londra, non sono mai uscito dalla mia saletta. Realtà o finzione? Le gambe dicono realtà, gli occhi finzione, la mente è frastornata. Certamente mi sono allenato intensamente per quaranta minuti, avendo la sensazione di girare per Londra: Zwift… what else!
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